
La costruzione del castello fu iniziata per ordine di Leonardino della Scala, anche noto con il nome di Mastino I della Scala, e rimase sotto il dominio degli Scaligeri fino al 1405, anno in cui Sirmione passo sotto il dominio di Venezia, la quale iniziò subito a migliorarne le fortificazioni.
Il castello è caratterizzato da cinte di mura con merli a coda di rondine, tipici dei castelli degli Scaligeri, le quali circondano il mastio alto 47 metri. Attraverso una scalinata di legno è possibile raggiungere e percorrere i camminamenti di guardia ed è possibile raggiungere anche la cima del mastio. La darsena venne costruita durante il dominio della Repubblica di Venezia, e presenta infatti alcune caratteristiche differenti, come la forma dei merli. Molto probabilmente però era già in servizio una darsena di costruzione Scaligera. L’anno scorso quest’ultima è stata riaperta dopo secoli, grazie ad un accurato lavoro di restauro e messa in sicurezza.
Un tempo era possibile accedere al castello sia dal borgo che dall’esterno, mentre al giorno d’oggi è possibile entrare solo attraverso il ponte levatoio dal borgo. Guardando con attenzione le acque del lago che lambiscono i muri del castello, non è raro incontrare famiglie di anatre con i loro anatraccoli e i cigni.
La leggenda di Ebengardo
Come tutti i castelli, anche quello di Sirmione ha il suo fantasma. La leggenda vuole che un tempo, nel castello, vivessero una giovane coppia di sposi molto innamorata, Ebengardo e la sua sposa Arice. Una sera, durante una tempesta, un cavaliere di nome Elalberto, marchese di Feltrino, chiese ospitalità. Egli rimase folgorato dalla bellezza di Arice e, durante la notte, entrò nella sua stanza. Arice si spaventò e iniziò a lottare con il suo assalitore, finchè Ealberto estrasse un pugnale e uccise la donna. Ebengardo, entrato nella stanza e vedendo la sua dolce sposa senza vita, con lo stesso pugnale uccise Elalberto. Da allora si racconta che, durante le notti di tempesta, il fantasma di Ebengardo vaghi ancora all’interno del castello alla ricerca della sposa perduta.